Proseguono a Spazio 32 le iniziative dedicate alla fotografia di attualità, con la mostra “Uncut” di Simona Ghizzoni, inaugurata venerdì 4 maggio alla presenza della fotografa.
35 immagini in bianco e nero e a colori e un video che indagano in profondità il tema delle mutilazioni genitali femminili in tre Paesi africani – Somaliland, Kenya ed Etiopia – dove le donne si sono coalizzate per dire basta a una pratica crudele e pericolosa che, secondo i dati Unicef, colpisce 200 milioni di donne e adolescenti di età compresa fra i 15 e i 49 anni in tutto il mondo.
“Una stanza qualunque, o la capanna buia d’un villaggio. Basta una lametta acquistata al mercato, un coltello affilato o solo un vetro rotto. A volte ago e filo, oppure le spine di un rovo selvatico. Le donne di casa tengono ferma la bambina, mentre un’estranea viene pagata per infliggerle un dolore che non dimenticherà mai. Per 200 milioni di donne al mondo, il passaggio dall’infanzia all’età adulta è marchiato con il sangue di una mutilazione genitale: un rito ineluttabile, in certe società, che “purifica” le donne dalla loro stessa femminilità, le sottomette nella sofferenza rendendole vergini a vita, refrattarie al piacere sessuale e dunque mogli fedeli. Secondo l’Unicef, le vittime del “taglio” rituale sono concentrate in 30 Paesi del mondo, 27 dei quali si trovano nel continente africano. Il Parlamento Europeo stima la presenza nella UE di 500mila donne immigrate portatrici di una ferita che comporta gravi conseguenze sanitarie e complessi percorsi d’integrazione. Eppure, da oltre quarant’anni, ci sono donne africane che combattono per riappropriarsi del loro corpo e della loro femminilità: è alla loro lotta che è dedicato il progetto “Uncut”, che rinuncia volutamente al terrificante repertorio di immagini di violenza e sofferenza per raccontare attraverso un video e 35 immagini a colori e in bianco e nero come in tre Paesi africani – Somaliland, Kenya ed Etiopia – le donne si siano coalizzate per dire basta a questa pratica crudele. Una storia corale che restituisce testimonianze di dolore, di coraggiose battaglie per i diritti femminili e, in molti casi, di successo ed emancipazione.” – Emanuela Zuccalà
La mostra “Uncut” è tratta dall’omonimo progetto ideato dalla giornalista Emanuela Zuccalà – che comprende un webdoc disponibile sul sito www.uncutproject.org e un documentario che sarà proiettato durante l’inaugurazione a Spazio 32 – curato dall’associazione Zona e realizzato grazie all’“Innovation in development Reporting Grant Program” dello European Journalism Centre e alla Bill & Melinda Gates Foundation, in collaborazione con ActionAid